Francesco Mangiacapra, 30 anni, ex avvocato ora gigolò. Esce in libreria con “Il numero uno”, in cui racconta vizi e virtù di alcuni clienti insospettabili: preti, disabili, militari. Intervistato dai nostri conduttori non mostra molti ripensamenti per avere lasciato la carriera forense in favore del meretricio. “Sto un amore anche se mi avete fatto ammosciare con le vostra urla”. Come cominciò il tutto, chiedono. “Un giorno un avvocato mi contattò per offrirmi del sesso a pagamento. Un po’ per gioco un po’ per pesare la mia autostima, mi offrii questa prestazione a pagamento e accettai per gioco, e capii che in 20 minuti potevo guadagnare di più che in un mese di pratica”.
Quanto guadagni? “Non è un denaro facile, è un denaro veloce. Se no lo farebbero tutti”. Perché difficile, usi pilloline? “In alcun modo no, è un lavoro di testa” .
“L’eccitazione? E’ un lavoro di mente”. Prestazione intellettuale, chiede Parenzo. “No, ma ci vuole la testa”. Hai fatto sesso anche in tribunale a Napoli? “Ci sono situazioni trasgressive”. Magistrati? “Ho assistito a scene che non sono da tribunale”. Dove, nei bagni? “Le cose non si fanno solo nei bagni”. A pagamento? “La moneta più preziosa non è sempre il denaro, ma l’attribuzione di un favore, merce ancora più rara” . Hai avuto rapporti con preti? “Decine di preti, e disabili”.